I batteri buoni amano le terme!

Era il 23 settembre 1968 quando due scienziati giapponesi, Tairo Oshima e Kazutomo Imahori, isolarono un nuovo batterio, che prosperava in temperature estremamente elevate, dai 47 agli 85 gradi.

Sembra l’inizio di un vecchio film di mostri giapponesi, ma si tratta più semplicemente di un passo avanti nell’esplorazione della diversità biologica che anima il nostro mondo.

Nello specifico, i batteri thermophili sono chiamati così perché amano vivere ad alte temperature. Il thermus thermophilus, ad esempio – che sarebbe quello scoperto nel ‘68 – è stato isolato in una SPA termale a Mine, nella prefettura di Shizuoka in Giappone. Non è il solo: un altro thermophilus è stato isolato in una hot spring statunitense, ad esempio, sempre negli anni Sessanta.

Certo, sembra che questi batteri sappiano godersi la vita – ma che interesse potrebbero mai avere, per noi?

Non poco, a dire il vero: come forse sapete, in estate, oltre ai più famigerati raggi UV-A, dobbiamo fare attenzione anche agli UV-B e ai più insidiosi infrarossi, se vogliamo assicurarci che la nostra pelle resti protetta dai rischi di un’eccessiva esposizione alla luce solare.

La protezione solare, nel tempo, si è aggiornata di conseguenza, e i prodotti più recenti includono ingredienti che aiutano a difendere anche dagli effetti negativi dei raggi infrarossi – derivati proprio dal thermus thermophilus!

La prossima volta che qualcuno ti dice che non si può essere produttivi stando alle terme, inoltre, puoi fargli leggere questo!

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